Buddha o Buddhismo?
Tutti gli “ismi” hanno dogmi precisi da seguire, che siano filosofie o religioni, generalizzano l’esperienza interiore in regole e concetti. Ma l’esperienza interiore è un’esperienza individuale, proprio come lo è stata per il Buddha. Dunque Buddha o Buddhismo?
Quando nasce il Buddhismo
- Tra il VIII e il VI secolo a.C. ci fu un mutamento profondo nella storia del genere umano che portò nuovi modi di pensare, di sentire e di agire, sia nella vita individuale che in quella sociale
- Questa svolta fu un autentico terremoto spirituale, in tutte le civiltà superiori, dal bacino del Mediterraneo alla Cina
- Il punto di riferimento storico di questo mutamento, fu la “Bodhi”, cioè l’illuminazione di Gautama Sakyamuni, avvenuta probabilmente nella primavera del 523 a.C
- In questo periodo a Roma c’era la fine della monarchia, in Grecia l’instaurarsi di nuove concezioni politiche che segnano il tramonto delle antiche monarchie, mentre in Oriente, declinano le civiltà teocratiche come quella egizia e assiro-babilonese
- Questi ed altri avvenimenti, testimoniano un profondo mutamento che smuove le coscienze degli esseri umani di quel periodo storico
- Si manifesta diffusamente lo sbocciare e il prevalere dell’intelletto logico-discorsivo, contro l’intelligenza intuitiva che aveva prevalso precedentemente
- Un pensiero attivo e personale, alla ricerca della Verità suprema, indipendentemente dal divino, dal misticismo e da tradizioni arcaiche.
Il cambiamento con l’avvento del Buddhismo
La nascita e lo sviluppo del Buddhismo costituisce un cambiamento fondamentale sul piano sociale, politico e nell’evoluzione dello spirito umano, perchè il Dharma, la sua dottrina e quell’esigenza di “Liberazione”, la Mukti o Moksa della tradizione, vengono definite per la prima volta, in termini di pensiero logico e non come rivelazione mistica.
Quindi il Buddhismo si adatta alle esigenze di questo cambiamento del pensiero, che consiste nell’emancipazione dell’uomo dalla permanenza nel ciclo delle esistenze, il Samsara. Questa concezione presume che l’uomo e tutti gli esseri viventi, passino da vita in vita, in una ruota senza fine, colma di dolore (duhktha), risultante dalle azioni compiute nell’esistenza precedente e che determina la vita presente. Questo ciclo di vite, di cui l’uomo è responsabile, continua finché la Liberazione non intervenga.
Per liberarsi dal ciclo si segue una disciplina ascetica che, in tutte le tradizioni indiane, si chiama Yoga. L’elemento fondamentale dello Yoga è una moralità ineccepibile che però, è solo preparatoria ad un’esperienza che è oltre la morale, in seguito alla quale, l’uomo si libera gradualmente dell’illusione, Maya. Questa illusione è la realtà del mondo, lo scenario della propria vita, la personalità che deriva dalle proprie sensazioni, impulsi innati, volizioni (Samskara), a cui l’uomo erroneamente attribuisce le caratteristiche dell’ “Io Sono”.
Chi è il Buddha
L’essere umano che personifica, in India, questo nuovo atteggiamento è l’asceta dei Gotamidi, Gautama Sakyamuni, conosciuto in tutta l’Asia come il Buddha, ossia lo “Svegliato”.
Per compiere l’esperienza radicale del vero essere, di Sé e della Realtà, il Buddha fece appello a quel nucleo autocosciente che si nasconde dietro ogni nostro impulso, pensiero e azione, e che costituisce il ricordo di “Chi si è” realmente e di essere già stati liberati, la cosiddetta “Illuminazione”.
L’uomo Buddha ha fatto un percorso individuale, basandosi sulle propria Coscienza, senza guida di maestri, senza l’appoggio di tradizioni, senza l’aiuto degli dèi. Lui è stato un vero uomo libero che ha fatto l’esperienza della Bodhi, giungendo al Nirvana.
Libro consigliato:
Buddha e la Dottrina del Buddhismo di Ananda Coomaraswamy, ed. Mimesis/Abraxas