La danza nel Romanticismo – Storia della danza
Questo è il settimo appuntamento con la storia della danza, vista come impulso dell’essere umano di trascendere sé stesso. In questo articolo è il tempo del Romanticismo in cui non ci sono vere e proprie manifestazioni della danza estatica, ma è interessante la nascita di un fenomeno chiamato “Ballettomania”, una specie di “malattia” sociale .
La Ballettomania nel Romanticismo
Il fenomeno della Ballettomania nasce nel periodo romantico, come l’interesse spasmodico di molte persone per la danza, soprattutto per la forma ballettistica. I ballettomani sono esistiti in tutti i Paesi in cui è fiorito il balletto, ma in Russia ci furono ballettofili con tendenze maniacali:
“E’ difficile dire se amassero il balletto perché erano innamorati dell’immagine della ballerina o se l’aspetto fisico della ballerina servisse ad attirarli verso le potenzialità esoteriche del balletto”. Da Storia della danza, Sorell
Nel 1735 fu fondata la scuola imperiale russa, che sarà la sede del balletto Kirov. Da allora non venne mai meno l’interesse per la danza né a Mosca né a Pietroburgo. La danza sarebbe stata usata ben presto dalla Russia nel gioco politico del potere, non appena ci si resa conto che niente di meglio delle sontuose feste da ballo poteva far grande la potenza russa.
La fiaba regina della danza romantica
La fiaba è la regina del Romanticismo, l’apoteosi letteraria della fuga dell’uomo dalla realtà, senza di essa il balletto classico e romantico si sarebbero persi. Sebbene il balletto classico e romantico abbia accentuato fino all’ esagerazione il puro virtuosismo della danza, è generalmente etichettato come balletto delle favole in tutte le sue varianti.
Danza sociale e decadenza della danza di gruppo
- Nella danza sociale si ha un ribaltamento. Nei secoli precedenti erano le danze di coppia ad esigere la pratica dell’arte e la conoscenza delle teorie; le danze di gruppo invece erano divertimento popolare, libero da ogni regola, procuravano distensione e ricreazione.
- Ora avviene il contrario: le nuove danze di coppia, che si rifanno all’antico patrimonio folklorico germanico e slavo, rifuggono più meno da ogni forma convenzionale, mentre le danze di gruppo acquistano elementi coreografici da cerimonia, quasi solenni, ma non che fossero per questo coltivate con più zelo e studiate con maggior accuratezza, al contrario, in genere è proprio una certa trascuratezza a venire deplorata dai maestri di danza e dai danzatori.
- Questo ha una sua ragione: la decadenza della danza in gruppo è sintomo e nello stesso tempo la conseguenza di un’evoluzione sociale. Le danze di gruppo, in quanto tali, richiedono un ordine sociale compatto, esigono una comunanza che vada oltre il corretto svolgimento di una serie di movimenti e di figure.
- Come presso i popoli primitivi, tutta la vita si impernia completamente nell’unione del villaggio e della tribù (Leggi articolo La danza per l’uomo primitivo), quindi in tutte le manifestazioni sociali e nella danza, si metteva in luce il predominio dello spirito di partecipazione collettiva rispetto a quello individualistico, che invece caratterizza e trionfa nel XIX secolo e le sue danze.
- La danza di gruppo perde ora ogni significato, essa non è più che un timido tentativo di conferire ad una fortuita riunione di persone, un carattere di comunanza effimera che cessa quando gli invitati se ne vanno. La decadenza delle danze di gruppo è ritardata solo dalle usanze strettamente osservate nei circoli ristretti delle piccole città e dei villaggi, poiché in questi esiste ancora quel sentimento sociale di partecipazione necessario alla vita delle danze di gruppo, come e soprattutto, alla vita della danza estatica.
(Leggi gli articoli precedenti di Storia della danza : La danza per l’uomo primitivo – La danza nell’antica Grecia – La danza nell’antico cristianesimo – La danza nel Medioevo – La danza nel Rinascimento – La danza nella società borghese il Valzer).
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