Pranayama La scienza del respiro Introduzione

Il Pranayama è chiamato anche la scienza del respiro, in questo articolo un’introduzione a questa disciplina millenaria dello Yoga, cos’è, come agisce e i suoi principi essenziali. Il respiro influenza le attività di ogni cellula del corpo ed è collegato con le attività cerebrali e a tutti gli aspetti della vita umana. Generalmente, la maggior parte delle persone respira in modo scorretto, superficiale e priva il corpo di ossigeno e prana, essenziali per la buona salute.

Cos’è il Pranayama

Il Pranayama, di solito viene definito come “controllo del respiro”. Anche se questa definizione è corretta, non esprime appieno il significato del termine. La parola “Pranayama” è formata da due radici “prana” e “yama”; “prana” significa “forza o energia vitale”, che esiste in tutte le forme di vita, sia animate che inanimate. Il termine “yama” significa “controllo”. Ma alcuni studiosi di Yoga affermano che il termine giusto non è “yama” ma sarebbe “ayama” che significa “estensione”, “espansione. Dunque, la parola Pranayama significherebbe “estensione o espansione del prana”. Le pratiche del Pranayama forniscono la tecnica con la quale l’energia vitale può essere attivata ed equilibrata. Quindi il Pranayama non deve essere considerato solo un esercizio di respirazione per introdurre più ossigeno nell’organismo, poiché usa la respirazione per influenzare il flusso del prana nei canali energetici (Nadi), nel corpo energetico o pranico.

Il corpo pranico

Secondo lo Yoga, la struttura umana è composta da 5 corpi che influiscono sui diversi aspetti della vita, questi corpi o dimensioni sono:

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  • Annamaya Kosha – Corpo materiale o del cibo
  • Manomaya Kosha – Corpo mentale
  • Pranamaya Kosha – Corpo dell’energia vitale
  • Anandamaya Kosha – Corpo trascendentale

Queste 5 dimensioni agiscono insieme, come un’unità integrata. Le pratiche di Pranayama agiscono soprattutto sul Pranamaya Kosha che si divide a sua volta da 5 prana principali

(Pancha):  Prana, Apana, Samana, Udana e Vyana.

Prana

Questo è considerato il punto che governa la zona tra la laringe e la sommità del diaframma. Associato agli organi respiratori, del linguaggio, all’esofago e ai nervi e muscoli che li attivano. È l’energia che attrae all’interno del corpo il respiro.

Apana

È situato sotto la zona dell’ombelico e porta energia all’intestino crasso, ai reni, all’ano e ai genitali. È collegato all’espulsione delle scorie dall’organismo.

Samana

È nella zona tra il cuore e l’ombelico, attiva e controlla il sistema digestivo, il fegato, il pancreas, l’intestino, lo stomaco. Attiva anche il cuore e il sistema circolatorio ed è responsabile dell’assimilazione dei nutrienti.

Udana

Regola la zona oltre il collo, attiva i recettori sensoriali. Armonizza e attiva anche i muscoli e gli arti, i legamenti, i nervi e le articolazioni.

Vyana

Fluisce in tutto l’organismo regolando e controllando tutti gli altri prana, è una forza di riserva.

Insieme a questi 5 prana principali, ci sono 5 prana minori (upa-prana): naga, kurma, krikara, devadatta e dhananjaya.

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Tecnica del Pranayama

Nelle pratiche di Pranayama si usano 4 principi essenziali della respirazione:

  • Puraka – Inspirazione
  • Rechaka – Espirazione
  • Antar Kumbhaka – Ritenzione del respiro interna
  • Bahir Kunbahaka – Ritenzione del respiro esterna

Le diverse pratiche di Pranayama utilizzano varie tecniche che includono questi 4 aspetti della respirazione.

La parte più importante del Pranayama si chiama Kevala Kumbhaka o ritenzione spontanea del respiro, uno stadio avanzato che si presenta in stati di meditazione molto profondi. In quel momento lo Yogi riesce a togliere il velo e a vedere l’aspetto sottile dell’esistenza .

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Come agiscono le tecniche del Pranayama

Lo stile di vita ha un impatto importante sul Pranamaya Kosha, cioè sul nostro corpo energetico, il cibo, le emozioni, i pensieri, le attività, tutto influisce sul flusso del prana.  Irregolarità alimentare, stress ecc. portano come conseguenza un esaurimento di energia. La mancanza di energia in un determinato prana porta ad una diminuzione di vitalità degli organi e arti che questo governa e infine alla malattia. Le tecniche di Pranayama invertono questo processo, equilibrando i prana. Inoltre, anche se la respirazione è un processo inconscio, questo può essere controllato coscientemente per formare un ponte tra le aree consce e quelle inconsce della mente, attraverso le pratiche di Pranayama, l’energia bloccata in modelli mentali nevrotici inconsci, può liberarsi per attività più creative e felici.

Gli Yogi hanno notato che gli animali che respirano più lentamente hanno una vita più lunga. Una respirazione lenta e profonda mantiene un cuore sano e forte, aumenta l’assorbimento di energia dando vitalità e benessere generale.

Pranayama e spiritualità

Le pratiche di Pranayama eliminano i blocchi energetici e consentono un maggior assorbimento di prana. Chi esegue Pranayama per scopi spirituali ha bisogno principalmente di calmare la mente, a questo scopo il Pranayama usa le tecniche di ritenzione del respiro (Kunbhaka), per controllare il flusso del prana, calmando la mente e i pensieri. Una volta che la mente è calma, il prana scorre liberamente nei Chakra e nelle Nadi e in questo modo, il praticante può aspirare alle più elevate dimensioni dell’esperienza spirituale.

Ascolta anche l’Audio gratuito di : Respirazione addominale guidata e Nadi Shodana Pranayama (Respirazione a narici alternate) guidata

Swami Shivananda in “La scienza del Pranayama” scrive:

“Il Pranayama è il mezzo tramite il quale uno yogi cerca di realizzare dentro il suo corpo individuale l’intera natura cosmica e tenta di raggiungere la perfezione ottenendo tutti i poteri dell’universo”

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