Uscire dal karma dal dolore e dal conflitto
Il Karma nelle culture orientali è l’azione degli esseri senzienti verso un fine, in relazione al principio di causa-effetto che vincola gli esseri al “Samsara”, il ciclo della vita, morte e rinascita. La legge del Karma, nelle Upanisad afferma che la sorte dell’uomo nella vita e dopo la morte è segnato dalle sue azioni che producono le conseguenze future.
Paxton Robey, nel suo libro No time for karma, uscire dalla ruota del dolore e del conflitto, ci guida verso la libertà da ogni figura di autorità spirituale precostituita e a seguire la nostra vera voce interiore e in questo modo, uscire dal Karma.
I dieci comandamenti
In uno dei capitoli di No time for karma, Paxton ci invita a riflettere sul fatto che quando gli esseri umani credono di essere entità separate, scollegate dall’infinito e tutti i loro dèi sono su piedistalli e non hanno idea che tutte le menti, i cuori e le anime siano uno, allora è il caso di dar loro delle regole da seguire. Ma cos’erano queste regole che ricevette Mosè?
“Mosè ricevette la verità commisurata al suo livello di comprensione…Mosè andò in cima alla montagna, che nella Bibbia significa sempre che entrò in meditazione, poi sentì: Mosè, amico mio, Mosè mio pari, ti dirò come stanno davvero le cose. Non puoi uccidere, è impossibile uccidere in questo universo perché la vita è eterna e nessuno può mai morire. Non puoi rubare. Tu hai creato tutto e sei tutto. Rubare è un’illusione del piano di realtà terreno che ti dice che tu e le tue ricchezze non siete una cosa sola. Come puoi rubare quello che sei? Non è possibile rubare. Non puoi commettere adulterio. L’adulterio è il tentativo di ricevere amore da ciò che è separato da te. Niente è separato da te e l’amore non esiste fuori di te”.
Ciò che Mosè udì è che non c’è giusto o sbagliato e che quindi, non può esserci un comportamento fuori luogo. Dio è amore e l’amore non giudica. I dieci comandamenti erano dieci affermazioni della legge cosmica che avevano lo scopo di rendere liberi gli uomini e di affrancarli dal senso di colpa, non di assoggettarci alla colpa.
Dio dice che non abbiamo mai commesso un errore e che non siamo capaci di commettere errori.
Via i dogmi
Quando Mosè tornò dai suoi discepoli e disse: “ascoltate, ho appena ricevuto da Dio una roba fantastica in merito a come stanno davvero le cose”. Essi non furono in grado di udire la verità nelle sue parole, perché Mosè parlava con gente che non poteva comprendere che l’universo è amico, che Dio è amore e ognuno è libero dalla colpa. Furono loro che tramandarono la parola di Dio come una serie di regole. Nel tempo, i veri insegnamenti spirituali sono stati travisati dalla Chiesa che voleva mantenere il controllo sui fedeli e tenere piene le sue casse.
Gli insegnamenti, ormai umanizzati, ci dicono che il potere e la saggezza dell’universo si trovano fuori di noi e non all’interno di noi. Allora dobbiamo buttare via i dogmi e ricominciare da capo.
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