Claudio Marchisio è stato un grandissimo calciatore, ma sapete che ha scritto un libro? Si intitola Il mio terzo tempo: nel calcio e nella vita valgono le stesse regole.
Il Principino è sempre riuscito a dare il suo contributo alle maglie che ha indossato dimostrando di essere grande uomo prima che straordinario professionista.

Il libro parte fin da quando a sei anni si esibiva in quelli che definisce lui stesso dei “tiracci casalinghi” che gli provocano male ai piedi e gli regalano tanta gioia.
Passa poi per un’avventura lunga due decenni che gli permette di arrivare fino in Serie A e addirittura a giocare un Mondiale di calcio con la maglia della sua nazionale sulle spalle.
Non senza problemi e difficoltà a iniziare dal brutto infortunio al ginocchio, che lo avrebbe portato alla fine della carriera, fino all’addio alla Juventus e al passaggio allo Zenit San Pietroburgo. Oggi vi raccontiamo una leggenda, quindi non fermatevi nella lettura che sicuramente non ve ne pentirete.
Chi è Claudio Marchisio?
Claudio Marchisio nasce a Torino il 19 gennaio del 1986. Ad appena sette anni viene acquistato dalla Juventus con la quale fa tutta la trafila delle giovanili. Fino ad arrivare agli esordi dei professionisti che arriva in una stagione che i tifosi bianconeri non potranno mai dimenticare, quella della Serie B dopo la retrocessione per calciopoli.

È il 19 agosto e lui ha vent’anni ed entra in campo da sostituto nella sfida di Coppia Italia tra Martina e Juventus che termina col risultato di 3-0. Il 1° novembre invece gioca la prima sfida da titolare in Serie B con la maglia del Brescia. La Juventus torna in Serie A e lui viene ceduto in prestito all’Empoli per tornare l’anno prossimo e conquistare anche la maglia della Nazionale.
Con la Juventus ha giocato un totale di ben 389 partite ufficiali segnando 37 gol. Il 17 aprile del 2016 si rompe il crociato anteriore del ginocchio sinistro, un infortunio che lo tiene fuori dai campi di gioco a lungo. Le due annate successive saranno molto complicate, contraddistinte da continui stop e da una cessione nel 2018 allo Zenit che fa ancora male oggi.
Claudio è stato un ottimo incontrista, incursore e con Max Allegri ha giocato anche davanti alla difesa una volta andato via il Maestro Andrea Pirlo. Giocatore di personalità e intelligenza ha segnato delle pagine indimenticabili della storia del calcio italiano e non solo.